Nel 1963 uno speciale sottocomitato dello Space Science Board (a sua volta parte dell’Accademia Nazionale delle Scienze) si riunì per discutere in termini generali di come gestire i materiali e gli astronauti di ritorno dalla missioni lunari da un punto di vista della possibile contaminazione. Il sottocomitato raccomandò alla NASA di stabilire un programma di quarantena per garantire che la Terra e il suo ecosistema fossero protetto da ogni contaminazione dovuta ad eventuali agenti patogeni e/o inquinanti di origine lunare.
La stesura dei requisiti, la filosofia e le linee guida che diedero origine al programma di quarantena dell’Apollo furono il risultato del lavoro congiunto della NASA e del neonato Interagency Committee on Back-Contamination (ICBC). Tutte le agenzie ed enti federali responsabili per la protezione della salute pubblica, dell’agricoltura e delle altre risorse viventi e naturali vennero rappresentati all’interno dell’ICBC.
Gli scopi dichiarati del comitato erano:
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la protezione della salute pubblica, dell’agricoltura e delle altre risorse viventi
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la protezione dell’integrità dei campioni lunari e degli esperimenti scientifici condotti sulla superficie lunare
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assicurarsi che le misure preventive attuate non compromettessero gli aspetti operativi dell’esplorazione lunare
Gli obiettivi della quarantena nel Programma Apollo comprendevano l’isolamento biologico dei membri dell’equipaggio dei campioni e del resto del materiale esposto all’ambiente lunare fino alla fine del periodo di quarantena stesso, nonché alcune ulteriori verifiche di natura biologica del materiale per garantire che potesse poi essere rilasciato in sicurezza.
L’Apollo Back-Contamination Program era divisa in tre fasi. La prima fase riguardava le procedure che l’equipaggio doveva seguire durante il volo per evitare di portare nel Command Module eventuali contaminanti dalla superficie lunare. La seconda fase si occupava delle fasi di recupero della capsula e del successivo trasporto di capsula, equipaggio e campioni lunari fino al Lyndon B. Johnson Space Center (JSC). La terza fase riguardava la quarantena vera e propria all’interno del Lunar Receiving Laboratory (LRL).
Per poter adempiere alle richieste dell’ICBC, la NASA iniziò a pianificare procedure operative, equipaggiamento e strutture speciali per la quarantena. Quarantena che rappresentò un impatto consistente sul Programma Apollo. Significava che l’equipaggio, il Command Module e i campioni lunari andavano isolati dall’ambiente terrestre fin dal loro arrivo sul nostro pianeta.