Archivio per ARIA

Le ultime ore

Posted in Storia, Tecnologia with tags , , , , , , on 15 settembre 2013 by raghnor

La Terra vista da Apollo 11
sulla strada del ritorno

Il viaggio di ritorno verso la Terra iniziava con la TEI (Trans Earth Injection) e nei giorni successivi gli astronauti godevano di una relativa tranquillità rispetto all’adrenalina del viaggio di andata e dell’attività in orbita e sulla superficie lunare. Con l’eccezione nelle missioni di Tipo J, in cui si effettuava la EVA per recuperare i dati dalla SIM Bay, ci si occupava della manutenzione ordinaria dei sistemi del CSM, si effettuavano alcuni esperimenti (alcuni anche non autorizzati) e si aveva del tempo per le trasmissioni televisive e per riflettere.

Tutto questo cambiava nelle ultime ore della missione, quando ormai ci si trovava in prossimità della Terra e bisognava cominciare ad occuparsi dei preparativi per il rientro in atmosfera e l’ammaraggio finale. In questo post e nel prossimo vedremo le principali attività degli astronauti.

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There’s something in the ARIA (2)

Posted in Storia, Tecnologia with tags , , , on 14 novembre 2010 by raghnor

Un ARIA
(foto di Ken Mackellar, da Honeysucklecreek.net)

Il compito di far volare gli ARIA spettò alla US Air Force Eastern Test Range. La loro base fu la Patrick Air Force Base, Florida fino al Novembre del 1975, quando la Air Force li spostò alla Wright-Patterson Air Force Base at Dayton, Ohio.

Alla Patrick AFB si trovava il centro di controllo, l’Aircraft Operations Control Center (AOCC), chiamato anche ARIA Control. Da qui veniva coordinato il dispiegamento degli ARIA; il personale dell’AOCC era in contatto costante con tutti gli aerei in volo, indipendentemente dalla loro localizzazione nel mondo. L’AOCC era collegato sia alla MSFN che alla rete del Dipartimento della Difesa. Tra l’AOCC e ogni ARIA erano attive due linee di comunicazione: una veniva usata per le comunicazioni tra il personale dell’AOCC e e quello sull’ARIA, l’altra permetteva la comunicazione tra gli astronauti sull’Apollo e l’MCC a Houston. Nel corso di una missione, l’AOCC veniva costantemente informato dall’MCC sull’orbita della capsula. E nel caso di significative variazioni, l’MCC poteva verificare con l’AOCC la possibilità di variare la posizione (e le rotte) degli ARIA.
Nell’AOCC erano presenti 14 postazioni suddivise su 2 console principali (dallo stile simile a quello dell’ACC). Le postazioni primarie erano occupate dai persone nei ruoli di comando e controllo. Nell’altra si trovava tutto il personale di supporto.

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There’s something in the ARIA (1)

Posted in Storia, Tecnologia with tags , on 7 novembre 2010 by raghnor

ARIA O-00375 al Perth Airport
(scattata da Bob Burns Gennaio/Febbraio 1972, da Honeysucklecreek.net)

Abbiamo visto nei post dedicati alle stazioni di Honeysuckle, Goldstone e Fresnedillas come la rete di stazioni MSFN (Manned Space Flight Network) permettesse la comunicazione e lo scambio di dati (telemetria) con le capsule Apollo nello spazio profondo e durante la permanenza nelle vicinanze della Luna.

Ben diversa era la situazione nel corso della seppur breve permanenza in orbita terrestre. Fin dai tempi del Progetto Mercury c’era l’esigenza di mantenere la comunicazione con la capsula in orbita. A quel tempo la MSFN venne creata e comprendeva una serie di stazioni attorno al mondo: ciascuna di esse era un piccolo Mission Control con i propri specialisti, che manteneva la comunicazione per qualche decina di minuti con la Mercury. Molti dettagli su quel periodo sono riportati nel libro di Gene Kranz (qui trovate la mia recensione). La copertura era a macchia di leopardo ed esistevano parti dell’orbitra in cui l’astronauta era solo. Per ridurre questi periodi, vennero impiegate alcune navi attrezzate appositamente che venivano inviate in determinate aree degli oceani settimane prima dell’inizio della missione.

Un documento del 1965 di LC Sheldon (pubblicazione NASA SP-87 – Proceedings of the Apollo Unified S-Band Conference) identificava in 20 – 30 extra stazioni (a terra o nave) il requisito necessario a fornire una copertura praticamente continua dell’orbita.

Vista l’impraticabilità di questa strada (per costi e tempi) vennero ideati degli aerei speciali, dei KC-135N (una versione modificata dei KC-135, a loro volta derivati dal Boeing 367-80) modificati per permettere la trasmissione voce/dati con l’Apollo mentre si trovavano in volo. Il loro compito era fornire supporto supplementare alle altre stazioni MSFN durante alcune fasi critiche come TLI e rientro o come copertura addizionale nelle missioni in orbita terrestre. Un’altra caratteristica intrinseca nel mezzo era la loro capacità di potersi spostare rapidamente in aree diverse secondo le necessità. Erano chiamati ARIA, Apollo Range Instrumented Aircraft.

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