Archivio per Apollo 13

Gli Uomini – Jack Swigert

Posted in Biografie with tags on 9 ottobre 2016 by raghnor

Jack Swigert

Nome Completo: John Leonard “Jack” Swigert, Jr.

Nato il: 30 Agosto 1930

Morto il: 27 Dicembre 1982

Ruolo nel Progetto: Astronauta (NASA Group 5 – The Original 19)

Missioni: Apollo 13

Onorificienze Ricevute: American Institute of Aeronautics and Astronautics (AIAA) Octave Chanute Award, Presidential Medal of Freedom, NASA Distinguished Service Medal, American Astronautical Society Flight Achievement Award, City of New York City Gold Medal, City of Houston Medal for Valor, City of Chicago Gold Medal, University of Colorado-Boulder’s Distinguished Engineering Alumnus Award, AIAA Haley Astronautics Award, Antonian Gold Medal

I believe God measures your life. He puts you on Earth, gives you talents and certain opportunities, and, I think, you’re going to be called to account for those opportunities.

Credo che Dio misuri la tua vita. Ti mette sulla Terra, ti da delle doti e delle opportunità, e, credo, ti chiede poi di dare conto di tali opportunità.

Jack Swigert prima della sua morte, riguardo la vita e Dio.

John Leonard “Jack” Swigert, Jr. è stato un astronauta americano, noto soprattutto per aver fatto parte dell’equipaggio dell’Apollo 13. E’ nato a Denver, in Colorado. Nel suo necrologio pubblicato dal New York Times nel 1982, si racconta di come venne incoraggiato dal padre oftalmologo a diventare dottore a sua volta, ma il giovane Jack non mostrò alcun interesse per tale campo. La madre Virginia ricorda che ”[Jack] era interessato alla meccanica e quello che più gli piaceva fare era armeggiare con qualche vecchia auto.” All’età di 14 anni, iniziò a subire il fascino del volo. E non si limitò ad osservare gli altri prendere il volo dal Combs Field: iniziò a consegnare giornali a domicilio per raggranellare i soldi necessari a pagarsi le lezioni di volo. Il padre, colpito dalla determinazione e dalla passione del figlio, decise di contribuire pagando metà della spesa necessaria. All’età di 16 anni, Jack conseguì il brevetto di volo. Continua a leggere

Il Pogo del Saturn V

Posted in Storia, Tecnologia with tags , , , , , , , , on 12 giugno 2011 by raghnor

Il Lancio di Apollo 4

In tre precedenti occasione, nei post dedicati ad Apollo 6, Apollo 13 e alle fasi del lancio di un Saturn V, mi sono marginalmente occupato del problema del Pogo. In questo post proverò ad approfondire l’argomento e a raccontare come questo problema venne affrontato nel Programma Apollo.

Nei razzi a propellente liquido, delle pompe spingono i due componenti della miscela (carburante ed ossidante) nella camera di combustione dei motori tramite una serie di tubature. Inevitabilmente i serbatoi, le tubature e i motori vibrano durante il lancio. Queste vibrazioni causano delle oscillazioni nel flusso di carburante; a sua volta queste causano delle oscillazioni nella spinta generata dal motore. Questa oscillazione nella spinta può a sua volta indurre ulteriori vibrazioni nella struttura del razzo, che vanno ad aumentare le oscillazioni nel flusso dei propellenti e così via in una circolo vizioso che porta ad una instabilità dell’intero sistema e ad oscillazioni longitudinali che possono diventare estreme fino a portare alla distruzione del razzo.

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Riflessioni per l’Ombrellone (4)

Posted in Varie with tags , , on 1 agosto 2010 by raghnor

Una delle rare foto che
ritraggono gli astronauti di
Apollo 13 durante il volo

“People often ask, ‘Did you panic when you had the accident on 13?’ I say, ‘Well, we could have panicked, bounced off the walls for about 5 minutes. And when we finished up that, we’d be right back where we started from. […] The reason why I said it’s a test pilot’s mission is because we were given the situation, we were given an opportunity, maybe – we didn’t looked at it that way – to really exercise our skills and our talents to take a situation which was almost certainly catastrophic and come home safely. That’s why I thought that 13, of all the flights – including 11 – that 13 exemplified a real test pilot’s flight.”

“La gente mi chiede spesso ‘Vi siete fatti prendere dal panico quando c’è stato l’incidente di [Apollo] 13?’ Io rispondo, ‘Beh, avremmo potuto farci prendere dal panico, prendere a testate le pareti per 5 minuti. E appena finito, ci saremmo ritrovati ancora allo stesso posto’. […] La ragione per cui ho detto che è stata una missione per piloti di test è che ci è stata assegnata una situazione, ci è stata data un’opportunità, forse per mostrare veramente la nostra competenza e il nostro talento nel gestire una situazione quasi certamente catastrofica e ritornare a casa sani e salvi. Questo è il motivo per cui penso che [Apollo] 13, più di ogni altro volo – incluso [Apollo] 11 – [Apollo] 13 rappresenta un vero volo per piloti di test.”

Jim Lovell (Apollo 8 – CMP, Apollo 13 – CDR)

Storia di un incidente

Posted in Storia, Tecnologia with tags , on 2 Maggio 2010 by raghnor

Questo post è la storia di un serbatoio. La storia di un serbatoio di ossigeno che ha quasi provocato un incidente mortale durante il volo di Apollo 13. Una serie di eventi la cui conclusione (e l’inizio dell’odissea per i tre astronauti a bordo) si è verificata alle 10:08:20 PM del 13 Aprile EST, ora della costa est (55:55:20 GET, Ground Elapsed Time), a 322.000 Km dalla Terra.

I serbatoi per elementi criogenici, come l’ossigeno e l’idrogeno liquidi, devono essere costruiti in modo da garantire un ottimo isolamento termico o permettere il loro svuotamento tramite sfiati oppure entrambe le cose, in modo da evitare l’eccessiva crescita della pressione al suo interno a causa del passaggio allo stato gassoso del contenuto. I serbatoi del SM erano così ben isolati che avrebbero potuto contenere per anni idrogeno e ossigeno in condizioni cosiddette supercritiche. Ognuno dei serbatoi dell’ossigeno poteva contenerne diverse centinaia di pounds, utilizzato per respirare e per la produzione di elettricità ed acqua (tramite le celle a combustibile). Una piccola nota: la modalità di costruzione di questi serbatoi non consentiva di effettuare ispezioni all’interno dello stesso una volta completata la costruzione.

Nel Giugno 1970 il Cortright Report fornì un’accurata analisi della missione; il Report era composto di 5 capitoli e 8 appendici. Quelle che seguono sono le principali conclusioni.

Lo schema di un serbatoio dell’ossigeno

Diversi componenti del serbatoio furono implicati nell’incidente:

  • un sensore di quantità
  • un ventilatore per mescolare il contenuto del serbatoio (per garantire una migliore lettura della quantità)
  • un riscaldatore per vaporizzare l’ossigeno liquido a richiesta
  • un termostato per proteggere il riscaldatore
  • un sensore di temperatura
  • valvole e tubature per il riempimento e lo svuotamento

Continua …