Archivio per Westinghouse

I sistemi televisivi dell’Apollo (4)

Posted in Tecnologia with tags , , , on 14 ottobre 2012 by raghnor

La telecamera B&N della Westinghouse

Apollo Lunar Surface Camera

Avvicinandosi il momento del primo allunaggio, vennero rivisti i requisiti del sistema televisivo dell’Apollo per garantire una buona resa durante le EVA. Questa revisione portò allo sviluppo di una seconda generazione di telecamere dotate di due modalità di ripresa: una per garantire la massima risoluzione (per motivi scientifici) e una per garantire riprese in movimento di qualità accettabile. Trattandosi di equipaggiamento destinato ad un volo spaziale anche i requisiti di peso e dimensioni erano stringenti. Inoltre occorreva considerare il fattore umano: gli astronauti avrebbero dovuto usare questa telecamera imbacuccati nella loro tuta.

La facilità nel maneggiarla, tenerla, puntarla, nel cambiare le ottiche, connetterla e disconnetterla, riporre e trasportare senza pericolo di danneggiare la tuta posero molti vincoli alla progettazione. Alla fine tutti i vincoli vennero rispettati e agli astronauti vennero richieste solo le operazioni di cambio lente e di selezione della modalità di ripresa (tutto il resto veniva gestito in automatico).

Questa telecamera venne sviluppata utilizzando uno speciale sensore per le immagini molto sensibile in condizioni di bassa luminosità. Il sensore era stato sviluppato dalla Westinghouse per il Dipartimento della Difesa americano per essere utilizzato in Vietnam sui velivoli da ricognizione per ispezionare la giungla alla ricerca del nemico o di eventuali piloti abbattuti. Si trattava di un tubo di ripresa molto sensibile nato dall’accoppiamento di un intensificatore di luce a guadagno variabile con un sensore basato sulla tecnologia Secondary Electron Conduction (SEC). La sua caratteristica era di riuscire a riprendere oggetti in movimento a bassi livelli di luminosità senza gli aloni caratteristici di altre tecnologie come i tubi vidicon.

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I sistemi televisivi dell’Apollo (3)

Posted in Tecnologia with tags , , , on 7 ottobre 2012 by raghnor

Lo Slow-Scan Converter

Lo Slow-Scan Converter
La televisione in bianco e nero, come abbiamo visto venne scelta per trasmettere le prime imagine dallo spazio per la sue semplicità e per la ridotta ampiezza di banda richiesta, soprattutto nel caso di utilizzo di un sistema di typo slow-scan. Le missioni Apollo 7 e Apollo 8 (e in seguito anche Apollo 9 e Apollo 11) utilizzarono una telecamera da 10 frame al secondo da 320 linee ciascuno occupando una larghezza di banda pari a 0.4 MHz (ben lontani dai 5 MHz richiesti da un segnale televisivo a colori normale). Il tubo di ripresa, utilizzato nella telecamera per convertire in elettricità la luce emessa da un’immagine ottica che entra nell’obiettivo in modo tale che l’elettricità prodotta ne rappresenti il video, era un vidicon. Questo tubo era noto per conferire un’aura spettrale alle immagini in movimento.

Le immagini riprese con queste telecamere una volta giunte sulla Terra andavano convertite poichè non erano compatibili con gli standard televisivi come l’NTSC o il PAL.

Ad esempio l’NTSC usato negli Stati Uniti richiedeva 30 frame al secondo di 525 linee interlacciate, ovvero venivano trasmesse prima le linee dispari e poi quelle pari (ognuna di questi insieme di righe era chiamato campo).

Si rese necessario utilizzare un convertitore.

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I sistemi televisivi dell’Apollo (1)

Posted in Tecnologia with tags , , , , on 23 settembre 2012 by raghnor

Le telecamere dell’Apollo

“It almost unbelievable that the mission is to be recorded in such a stingy manner”

“E’ quasi incredibile che la missione verrà ripresa in modo così scarso.”

Max Faget

Così si esprimeva qualche tempo prima del lancio di Apollo 11 Max Faget, il brillante progettista che aveva collaborato a ideare praticamente tutte le capsule dei programmi Mercury, Gemini ed Apollo. Il commento era diretto alla decisione di affidare le riprese della prima passeggiata dell’uomo sulla Luna solo ad una cinepresa ed ignorare la possibilità di riprese televisive. Dal suo commento si vedono trasparire l’incredulità di fronte a questa scelta progettuale (dopo aver superato una mole di altri problemi tecnici ben più impegnativi) e al fatto di trascurare l’importanza di trasmettere in Tv immagini di buona qualità (se non per la storicità dell’evento quantomeno per l’effetto sulle pubbliche relazioni della NASA).

Le telecamere utilizzate nel costo delle missioni del progetto Apollo (incluse quelle dei successivo programma Skylab e della missione congiunta ASTP) sono cambiate, apportando significativi miglioramenti nella qualità delle immagini ad ogni evoluzione.

Le missioni, a partire da Apollo 7 previdero sempre una telecamera da utilizzare a bordo del CSM. Le missioni lunari videro anche il LM dotarsi di una telecamera, conservata nel Modularized Equipment Stowage Assembly (MESA) nel Quadrante 4 del Descent Module: questa telecamera era posizionata in modo da riprendere gli astronauti mentre scendevano per la prima volta la scaletta del modulo lunare. Successivamente la telecamera veniva rimossa e posizionata su di un tripode in modo da riprendere le attività durante la EVA nei pressi del LM. Nelle missioni di Tipo J venne aggiunta alla dotazione una telecamera sul LRV, radiocomandata da terra.

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Chi ha ripreso Armstrong?

Posted in Varie with tags , , , , on 1 novembre 2009 by raghnor

Armstrong scende sulla Luna

Lo spunto per il post di oggi viene da uno dei tanti siti dei cospirazionisti (ovvero coloro i quali affermano che gli sbarchi sulla Luna non sono stati altro che un enorme bufala rifilata dagli USA al resto dell’umanità). Insieme alle solite storie sulle immagini, le ombre, la tecnologia dell’epoca e strafalcioni vari di fisica qui si poneva un interrogativo fondamentale: ma se Armstrong è stato il primo uomo a scendere sulla superficie lunare, chi c’era dietro alla telecamera che ha ripreso lo storico momento?

Beh non c’è che dire: un inquietante interrogativo. E come il celebre Hercule Poirot nel romanzo Assassinio sull’Orient Express vi proporrò due possibili soluzioni:

SOLUZIONE 1

Lo sbarco di Apollo 11 si è in realtà svolto in un hangar nell’Area 51. Le riprese sono state effettuate sotto l’abile regia di Stanley Kubrik e quindi dietro alla telecamera si trovava un cameraman la cui identità è un segreto custodito ancora più di quello dell’assassino di Kennedy (non crederete mica che Lee Harvey Oswald abbia fatto tutto da solo vero?!?).

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