Le Missioni: Apollo 15

Altro lungo periodo di attesa ed altro quarantennale. Con Apollo 15, la NASA abbandona la fase dei voli ‘di test’ e si butta a capofitto nelle missioni di Tipo J ad alto contenuto scientifico. Inizia qui una trilogia di missioni che rappresentano il fiore all’occhiello del programma.

L’equipaggio di Apollo 15

Data: 26 Luglio 1971 9:34:00 a.m. EDT
Launch Pad: 39A KSC
Equipaggio: David R. Scott (CDR), Alfred M. Worden (CMP), James B. Irwin (LMP)
Highlights: prima Stand-up EVA (33 minuti). Prima missione con 3 EVA (per un totale di 10 ore, 36 minuti). Prima missione con una Transearth EVA (compiuta da Worden per una durata di 38 minuti). Prima missione con la SIM Bay. Utilizzo di tute spaziali con mobilità migliorata e prolungamento dei tempi di utilizzo. 66.9 ore di permanenza sulla superficie lunare. Primo utilizzo del Lunar Rover Vehicle (LRV), utilizzato per percorrere 27.9 Km. Permanenza in orbita lunare per 74 orbite (pari a 145 ore). Rilascio del primo subsatellite in orbita lunare.

Mission Patch

Apollo 15 è stata la nona missione con equipaggio del Programma Apollo e la prima missione di tipo J, caratterizzata da una lunga permanenza sulla superficie lunare e dalla importanza data agli esperimenti scientifici. Tutti e tre gli astronauti erano appartenenti all’Air Force; situazione simile a quella verificatesi con Apollo 12 (l’equipaggio in questo caso era tutto ‘Made in Navy’).

Uno delle maggiori novità nella preparazione dell’equipaggio di Apollo 15 fu il più intenso addestramento geologico. Sebbene anche gli equipaggi delle missioni precedenti avessero seguito lezioni di geologia, per questa missione la priorità data a queste lezioni venne elevata molto. Scott e Irwin si addestrarono con Leon Silver, un geologo della Caltech suggerito alla NASA da Harrison Schmitt. Anzichè le solite lezioni in aula, Silver portò l’equipaggio titolare e quello di riserva in diversi siti geologici in Arizona e New Mexico per una sorta di lezione di geologia sul campo. All’avvicinarsi della data del lancio le condizioni in cui si svolgevano questi viaggi si facevano più aderenti alle condizioni reali in cui avrebbero operato tutti i membri della squadra. L’equipaggio indossava un simulacro del PLSS e comunicava con il CapCom, che stava seduto a distanza in una tenda, via radio. Il CapCom era accompagnato da alcuni geologi che non conoscevano la zona scelta per l’esercitazione e che quindi dovevano guidare gli astronauti basandosi sulla loro descrizione dell’area. Le esercitazioni per Al Worden (CMP) erano differenti. Lavorava con il geologo egiziano Farouk El-Baz sorvolando in aereo le zone dell’esercitazione, simulando la velocità con cui il terreno sotto di lui si sarebbe mosso rispetto al CSM in orbita lunare. In questo modo imparava a fare osservazioni geologiche in movimento.

Irwin all’Hadley Rille (con l’LRV)

Apollo 15 venne lanciato il 26 Luglio 1971 alle 9:34 Am EDT dal KSC. Durante il lancio, al momento della separazione del primo stadio, i motori dell’S-II si accesero quando l’S-IC era ancora molto vicino rischiando di risucchiare (con effetti catastrofici) all’interno dei motori stessi i gas di scarico dello stadio appena rilasciato. Fortunatamente questo non avvenne e Apollo 15 raggiunse l’orbita senza problemi. Non vi furono problemi durante le orbite di parcheggio, la TLI, il volo translunare e la LOI (durata 6 minuti). Una successiva accensione dell’SPS (pianificata) venne eseguita per aggiustare l’orbita lunare in preparazione all’allunaggio nel sito prescelto: l’Hadley Rille, situato in una zona del Mare Imbrium denominata Palus Putredinus (Palude della Putrefazione). La decisione di allunare qui fu presa nel Settembre 1970: il Site Selection Committees aveva ridotto la scelta a due siti (Hadley Rille e il Cratere Marius). Non riuscendo a trovare un accordo unanime, l’ultima parola spettò al CDR: Scott scelse senza indugio Hadley, “exploration at its finest” (“il meglio dell’esplorazione”) secondo la sua opinione.

Dopo aver completato i preparativi, venne sganciato (undocking) l’LM: mentre Scott e Irwin proseguivano la preparazione per la discesa, Worden manovrò il CSM su un ‘orbita di parcheggio più alta per iniziare il suo piano di esperimenti ed osservazioni e per essere pronto al rendezvous. Scott e Irwin iniziarono la discesa poco dopo: al pitch-over (quando il LM si metteva in posizione tale da permettere all’equipaggio di osservare dove il PNGS li stesse portando), si resero conto di trovarsi 6 Km ad est del punto di allunaggio previsto. Scott intervenne per modificare la traiettoria e l’allunaggio avvenne il 30 Luglio alle 22:16:29 UTC, a poche centinaia di metri dal punto di allunaggio previsto.

In modo da preservare il ciclo veglia – sonno dell’equipaggio, il resto della giornata venne spesa all’interno del LM, rimandando la prima EVA al giorno successivo. Ma prima di dormire Scott effettuò una Stand-up EVA: il LM venne depressurizzato, il portello superiore (quello solitamente usato come collegamento con il CSM) venne aperto e il CDR effettuò una prima osservazione dell’area di allunaggio (vennero scattate anche delle foto) stando in piedo sopra alla copertura del motore del modulo di ascesa.

Terminato il periodo di riposo, i due astronauti si prepararono per la prima EVA. Dopo 4 ore, i due divennero il settimo e l’ottavo uomo sulla Luna. Nel corso di questa EVA venne dispiegato e preparato il Lunar Roving Vehicle (LRV), poi utilizzato per raggiungere l’obiettivo di questa prima uscita: il cratere Elbow, sul bordo dell’Hadley Rille. Di ritorno da questa traversata, Scott e Irwin installarono l’Apollo Lunar Surface Experiments Package (ALSEP), per poi rientrare nel LM dopo 6 ore e mezzo.

L’obiettivo della seconda EVA l’indomani furono le pendici del Monte Hadley Delta. Fu durante questa escursione che venne raccolto uno tra i campioni più noti dell’intera collezione riportata a terra dalle missioni Apollo, il campione nr. 15415, comunemente nota come la “Genesis Rock”. Di ritorno al luogo dell’allunaggio, Scott spese del tempo nel tentativo di completare una complicata trivellazione per uno degli esperimenti dell’ALSEP. Venne inoltre issata la bandiera americana. Il rientro nel LM avvenne dopo 7 ore e 12 minuti.

Piuma e martello a terra dopo l’esperimento di Scott

La terza EVA raggiunse ancora l’Hadley Rille, ma stavolta a nordovest del luogo di allunaggio. Di ritorno al LM, Scott effettuò di fronte alla telecamera un esperimento con una piuma e il suo martello geologico per dimostrare la correttezza della teoria di Galileo sul comportamento degli oggetti sottoposti ad un campo gravitazionale nel vuoto. Scott rilasciò entrambi gli oggetti allo stesso tempo e questi giunsero a terra insieme, confermando il lavoro di Galileo. Scott infine portò il LRV nella sua posizione finale, da dove avrebbe ripreso il decollo del LM Falcon.

La statuetta del “Fallen Astronaut’

Infine depositò sulla superficie una placca con i nomi dei 14 astronauti e cosmonauti morti a quel tempo e una piccola statuetta denominata “Fallen Astronaut”,realizzata dall’artista belga Paul Van Hoeydonck. Scott compí questo gesto di nascosto dalle telecamere e solo Irwin era al corrente di quello che il suo CDR stava facendo. Questa ultima EVA durò 4 ore e 50 minuti.

In totale gli astronauti spesero 18 ore e mezzo fuori dal LM e collezionarono 77 Kg di campioni. Nel frattempo Al Worden, completò il suo lavoro utilizzando gli strumenti della SIM Bay, sebbene quest’ultima diede più di un grattacapo ai tecnici a terra: era la prima che veniva utilizzata e i test erano avvenuti in condizioni diverse da quelle reali.

Dopo aver effettuato il rendezvous, aver compiuto ulteriori osservazioni della superficie lunare e aver rilasciato il primo subsatellite, l’SPS venne riacceso per la TEI: iniziava il viaggio di ritorno. Durante il quale Al Worden fu il primo astronauta ad effettuare una Transearth EVA per recuperare i rullini delle macchine fotografiche dalla SIM Bay.

Solo 2 paracadute per Apollo 15 …

Il rientro del CM in atmosfera avvenne il 7 Agosto. Unico inconveniente durante il rientro fu la mancata apertura di uno dei tre paracadute principali: nessun grave problema dato che 2 paracadute erano abbastanza e il terzo era ridondante. Dopo l’ammaraggio l’equipaggio venne recuperato e portato a bordo della USS Okinawa. La missione era durata 12 gironi, 7 ore, 11 minuti e 33 secondi.

Purtroppo il dopo missione venne guastato dalla scoperta di alcuni comportamenti ‘disdicevoli’ dell’equipaggio: Scott portò sulla Luna una serie di 398 annulli postali come parte di un accordo segreto con H. Walter Eiermann, un collezionista americano: questi promise $7000 a ciascuno degli astronauti in cambio di 100 di questi annulli autografati dopo il rientro dalla missione. Promise di non pubblicizzarli o venderli prima della fine del Programma Apollo: promessa non mantenuta. Portare simili souvenir sulla Luna non era proibito ma andava dichiarato per tempo alla NASA (a bordo di Apollo 15 erano presenti altri annulli postali autorizzati). Inoltre sempre Scott portò con se anche due cronometri per valutarne le funzionalità per conto del costruttore (sempre senza autorizzazione della NASA). E anche la statuetta del “Fallen Astronaut” divenne motivo di controversia quando lo scultore Van Hoeydonck tentò di venderne delle copie. Quando questi fatti divennero pubblici e il Congresso fece domande in merito, alla NASA non restò che prendere provvedimenti disciplinari nei confronti dei tre. A nessuno venne più assegnata una missione.

Un vero peccato per i tre astronauti, ma tutto questo non deve far dimenticare il successo eccezionale della loro missione. E la NASA era pronta a replicare con le ultime due missioni in programma.

5 Risposte to “Le Missioni: Apollo 15”

  1. Ciao, sono rientrato poche ore fa dalla Florida dove ho presenziato ai festeggiamenti per Apollo 15 e il suo 40° anniversario. Ho inserito alcune immagini nel sito: http://www.collectionspace.it
    Ho molti filmati e centinaia di immagini, appena ho tempo pubblico tutto.

    Ha aperto la conferenza Charlie Duke in qualità di presidente della fondazione ASF, ha poi passato la parola a Neil Armstrong… molto simpatico il suo intervento. Poi Griffin (direttore di lancio in Apollo 15) ha moderato gli interventi di Dave Scott (CDR) Al Worden (CMP) Dick Gordon (beckup CDR) Harrison Schmitt (beckup LMP)
    Joe Allen (Capcom)

    Dopo una bellissima cena sotto il Saturn V, la conferenza è stata piacevolissima e piena di battute. La serata si è conclusa con un’asta benefica dove erano esposti alcuni pezzi importanti, come la bandiera italiana volata su Apollo 15 (messa in asta da Worden, perchè sapeva della mia presenza) Ho provato ad aggiudicarmela per portarla di nuovo a casa… ma le cifre erano SPAZIALI!!!

    P.S. Questa volta ho raccolto le foglie dall’albero “magico” nato dai semi portati su Apollo 14. Ma ho fatto di meglio… ho parlato personalmente con la figlia di Roosa e forse avremo una pianta in Italia. Vi terrò informati.

  2. Vittorio Says:

    Senza sminuire la brillantezza del racconto (anzi, grazie per averlo fatto!), il correttore di bozze ti suggerisce che hai fatto un paio di errori di battitura dovuti sicuramente alla fretta. Hai scritto due volte “Worder” anziché “Worden”.
    Non sapevo del problema allo spegnimento del primo stadio, alla faccia di chi dice che tutto andò sempre troppo bene …

  3. raghnor Says:

    @Luigi Pizzimenti grazie per la tua testimonianza. Credo che una cena all’ombra di un Saturn V sarebbe stupenda, con la compagnia di cui hai goduto poi! Per quanto riguarda il Moon Tree oltre ad offrire il giardino del mio condomino per la piantumazione, mi candido anche a giardiniere 😀

    @Vittorio grazie per la segnalazione, ho sistemato i refusi. ne approfitto per scusarmi se gli utenti che ricevono le notifiche via mail verranno scocciati nelle prossime settimane da messaggi relativi a vecchi post. Sto approfittando di un pò di tempo a disposizione per rivederli, sistemare eventuali errori ed aggiungere link mancanti.

  4. alaskait Says:

    A proposito del “tutto andò bene” durante la missione Apollo 15, domando lumi sulla questione dell’engine bell del Lem che secondo alcune foto presenti nell’Apollo Lunar Surface Journal in fase di allunaggio avrebbe urtato il suolo lunare riportando seri danni. Chi ha avuto modo di parlare con i due astronauti allunati, ha per caso approfondito questo argomento? Grazie per eventuali risposte.

  5. raghnor Says:

    Ciao, ho provato a documentarmi un pò sulla vicenda. Effettivamente Falcon è stato il LM che, in base ai dati della NASA, ha allunato più ‘violentemente’: sembra che la colpa sia da imputare ai riflessi-razzo di Scott, che ha immediatamente spento il motore all’accendersi della Contact Light. L’ugello del DPS effettivamente è stato danneggiato e in questa discussione trovi una immagine ritoccata per chiarire il dettaglio. Il danno non sembra così grosso e comunque il DPS a quel punto non serviva più 🙂

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